DONNE E SCIENZA: ROSARIA PLUTINO SELEZIONATA PER “WOMEN 2027”

Festeggiamo oggi la festa della donna con la ricercatrice dell’Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Rosaria Plutino, che abbiamo incontrato per parlare dell’iniziativa, del ruolo della donna imprenditrice nella ricerca e del suo in particolare. 

Si è da poco svolto il webinar dedicato a donne e impresa “Women 2027”, il focus dedicato a come le imprenditrici potranno utilizzare i fondi della programmazione europea 2021-2027. 

WOMEN 2027 nasce dalla necessità di far conoscere alle imprenditrici italiane le possibilità aperte dalla nuova Programmazione Europea 2021-2027 e dalla volontà di fornire un contributo concreto, qualitativo, collaborativo e di orientamento alle aziende, con particolare attenzione a quelle femminili, rispetto agli indirizzi strategici europei. 

Rosaria Plutino, ricercatrice dell’Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati del Cnr, è stata selezionata tra le imprenditrici italiane ed è a capo della Athena Green Solution S.r.l. (di cui ISMN è partner) con il suo progetto ArgiNaRe, rivolto allo sviluppo di materiali ibridi funzionali innovativi ed eco-sostenibili per la salvaguardia, la bonifica ed il biorisanamento ambientale di matrici.

Raccontaci la tua emozione e i tuoi pensieri quando ti hanno comunicato che eri stata selezionata per “Women 2027”. Chi hai chiamato per primo/prima?

Quando sabato scorso ho ricevuto la telefonata in cui mi comunicavano che ATHENA Green Solutions S.r.l. fosse stata scelta per presentare il proprio pitch per un round di finanziamenti su fondi europei, ero incredula ed ovviamente contentissima. Premetto che abbiamo deciso di candidarci a #WOMEN2027, felici soprattutto per la possibilità di partecipare all’evento live al Parlamento Europeo, in modo da avere l’opportunità di confrontarci con altre realtà imprenditoriali e con esponenti politici parlamentari e di presentare il nostro progetto per una candidatura in risposta a call regionali, nazionali e europee, e/o fondi strutturali. Attualmente la situazione emergenziale da COVID-19 non permette spostamenti ed incontri, e così l’evento si è tenuto il 25 ed il 26 febbraio da remoto, attraverso un webinar, ma i progetti e le reti create dalle imprenditrici convenute, verranno presentate nella terza edizione di WOMEN 2027 a novembre 2021. E lì sarà ancora tutto più emozionante!

La prima persona che ho chiamato è stata Giulia Rando, co-founder di ATHENA Green Solutions S.r.l., di cui sono stata co-tutor per le tesi di Laurea in Chimica Triennale e Magistrale, ora tutor della borsa di Dottorato Industriale PON-MIUR; Giulia, nella società, ha il ruolo di direttore informatico ed è tra gli inventori del brevetto ArgiNaRe. Con lei si è creata una grande empatia e sintonia ed oramai la considero il mio braccio destro. 

Raccontaci il valore aggiunto del progetto ArgiNare 

ArgiNaRe è l’acronimo di “Sviluppo di materiale ibrido multifunzionale basato su Argille Naturali e Scarti per il Recupero ed il biorisanamento ambientale”. Detto così sembra complicato ma è semplicissimo. Il progetto è rivolto allo sviluppo di materiali ibridi funzionali innovativi ed eco-sostenibili per la salvaguardia, la bonifica ed il biorisanamento ambientale di aria, acqua e suolo. 

Il progetto ha ricevuto molto interesse da parte di diverse venture capital e potenziali investitori per quattro punti di forza rispetto ad altri prodotti presenti sul mercato: la sostenibilità dei reagenti (argille e scarti) e dell’intero ciclo di produzione in acqua a bassa temperatura; l’innovazione del materiale che grazie alla sua elevata idrofobicità galleggia sul pelo dell’acqua (ad es. dopo adsorbimento del petrolio) e quindi non inquina i fondali marini come altre soluzioni attualmente disponibili sul mercato  e può essere recuperato, riciclato/rigenerato e riutilizzato (fino a ca 50 volte); la biodegradazione del petrolio, in quanto, nel caso dei prodotti ottenuti a base di argilla grazie alla loro naturale composizione, si induce la proliferazione di batteri idrocarburoclastici silenti già presenti nel mare. 

Il ruolo della donna nell’imprenditoria e, in particolare, il ruolo della donna nella ricerca è molto dibattuto. Raccontaci il tuo punto di vista.

Il ruolo della donna nell’imprenditoria e nella ricerca è stato anche oggetto del dibattito durante il webinar. La donna, in tutti gli ambiti, dovrebbe essere inserita in ruoli cardine e di responsabilità. Sono super favorevole alle quote rosa ma solo se questo rappresenta davvero l’inizio per un cambiamento di mentalità e opportunità che permetterà anche alla donna di acquisire posizioni di rilievo e di responsabilità. Nulla ci deve essere precluso. E solo così anche le donne possono fare la differenza e stimolare il vero cambiamento.

Questo però implica mettere in atto una rete di sostegno ed infrastrutture per la donna che lavora, soprattutto coadiuvandola nel momento della maternità, anche con aiuti economici per gli asili ed in caso di malattia figli. Lo smart working a cui ci ha abituato la pandemia, non potrà che agevolare la donna nell’immediato futuro, perché avrà la possibilità di gestire il suo lavoro anche rimanendo in lavoro agile a casa, quando costretta per motivi familiari.

Cosa una donna sa fare meglio di un uomo e viceversa nella ricerca

Niente, perché credo fermamente nella parità di genere. Forse e soprattutto, senza voler creare etichette, potrei dire che gli uomini sono più schematici e razionali e le donne più fantasiose ed organizzate, non so. Quello che posso dire è che le donne, soprattutto “le mamme che lavorano” sono multitasking. Non importa se ci assentiamo per maternità, malattia figlio ed impegni familiari; il nostro tempo, seppur minore, è di qualità. L’organizzazione familiare ci dà l’imprinting per organizzare al meglio la nostra giornata lavorativa e la nostra attività di ricerca.

Il valore aggiunto delle donne nella ricerca

Alle donne riconosco la grande capacità organizzativa e gestionale, il fatto di essere abituate al lavoro h24 e poi anche l’utilizzo di capacità di livello razionale ed irrazionale utili ad analizzare e vedere oltre il quadro attuale, facilitando un’adeguata programmazione e strategia a medio e lungo termine. Personalmente posso dire di trovarmi molto bene a lavorare con le donne; in questo momento sono tutor di quattro ragazze, due assegniste di ricerca e due dottorande.

Esiste oggi in Italia un sistema paritario nella ricerca. Se no, secondo te perché? 

No, assolutamente ancora no. Sono nell’ambito della ricerca oramai da quasi 30 anni. Sicuramente la situazione è molto cambiata rispetto ai miei inizi. Oggi vedo molta più comprensione, molta più equiparazione nell’ambito lavorativo, ma c’è ancora molto da lavorare. In generale, fa scalpore se un Ministro è donna, se un Rettore è donna, se un Presidente è donna. Solo quando queste notizie non saranno accolte con meraviglia e non saranno accompagnate dalla frase “la prima donna…” allora, e solo allora. ci sarà parità.

Se potessi paragonare uno strumento di ricerca a una donna, quale strumento sarebbe? e uno strumento di ricerca “uomo”?

Sarebbero sicuramente due parti “maschio” e “femmina” di un raccordo o di un cavo elettrico, ossia diverse parti estreme dello stesso elemento, ma complementari ed essenziali perché si devono connettere assieme per funzionare correttamente.

Il tuo modello di donna nella vita e nel lavoro

Da piccola, dopo aver letto una biografia di Marie Curie, per la prima volta ho pensato alla Chimica per il mio futuro lavorativo. E lì ho avuto un’illuminazione, pensando a questa donna ed alle sue esperienze e, chiudendo gli occhi, mi vedevo in laboratorio tra beute ed alambicchi ad inventare qualcosa. Poi al liceo Classico, ho incontrato una persona speciale, la mia insegnante di Filosofia, con cui si è da subito creata una splendida empatia. È stata il mio primo mentore tanto che ancora oggi ci sentiamo. Lei mi ha formato, mi ha dato un imprinting con il suo modo di essere donna, madre ed insegnante, facendomi capire che nella vita sarei potuta diventare quello che avrei voluto essere o anche di più, perché mai bisogna imporsi dei limiti.

La donna più importante della tua vita 

Domanda difficilissima perché non ce n’è solo una. Partendo da mia madre, casalinga, che mi ha permesso di essere quello che sono, permettendomi di incontrare tutte le persone che fanno parte della mia vita. Poi, tra le donne più importanti, c’è mia figlia, perché quello che faccio nella mia vita professionale lo faccio per i miei figli e soprattutto per lei, da donna a donna. Se mi guardo indietro, al mio passato, mi sento diversa dalle generazioni femminili che mi hanno preceduto. Ho fatto tanto ed ho faticato per inserirmi in un mondo come quello della ricerca notoriamente patriarcale e spero che, nel mio piccolo, tutta la mia esperienza possa agevolare le generazioni femminili future affinché i loro passi nel mondo del lavoro siano più lievi. Spero soprattutto di essere un esempio per le ragazze che si affacciano nel mondo del lavoro e della ricerca e soprattutto per mia figlia. Spero che capisca, attraverso la mia esperienza, che non deve mai smettere di credere in sé stessa e di sognare, spendendosi con tutte le sue forze per realizzare i propri sogni, senza limiti e senza barriere di genere.